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al testo di Carlo Ricci
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Questo giorno che arranca è come annegare nel fisso del muro in un cantone di luce che raggruma. Rovistare per ragnatele a scardinare serrature di buio. La spaventosa fissità dei rottami.
Questo giorno che arranca è come frequentare luoghi chiusi di stanze. E non ci sono distanze nei buchi delle cantine, ora navigo nei rifiuti di vento del mio vascello fantasma. Annego di Tempo. Oggi sciacquo il vasetto dell'olio. Faccio e disfaccio il guardaroba. Mi rimetto a parlare col pescetto rosso. E'
questa poltiglia collosa la gronda dove ammucchio il fogliame. Poi d'improvviso si alza il vento che dice -Non temete, vi porterò via.- Disse il vento che s'alzò dal greto del fiume.
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